Di qui non si passa



Domenica abbiamo portato i bambini sul monte Pasubio, dove Italiani e Austriaci si sono affrontati a lungo nella Grande Guerra.
Abbiamo tutti camminato tanto, compresi i più piccoli, che quasi non si sono accorti della strada perchè incuriositi da tutte le storie che raccontava loro il papà.
Lui, appassionato di storia e soprattutto di quella storia, raccontava i dettagli delle battaglie combattute solo cento anni fa e di com'era la vita dei soldati, rispondendo alle domande più buffe - "Ma non dormivano nelle loro case?".
Le gallerie sotterranee erano la grande attrazione. Ogni bambino era munito di torcia, le gallerie erano cuniculi lunghi e aggrovigliati: ai loro occhi fantastici labirinti! E poi, almeno loro, non dovevano piegarsi per non pestare la zucca!
Hanno camminato lungo le trincee, provato a sparare con i loro bastoni utilizzati come fucili, e poi hanno anche capito -spero! - che il gioco di spararsi che a loro piace tanto, nella realtà non è proprio divertente.
Arrivati all'arco romano, che sorge dov' era il cimitero della brigata Liguria, Giacomo legge ad alta voce il motto del generale Achille Papa scolpito nel ferro: DI QUI NON SI PASSA, e chiede: "Ma noi possiamo passare?"

Intrattenimenti "on the road" - quando viaggiare coi bambini è un piacere


Noi viaggiamo spesso. Avendo il camper è più facile, anche se bisogna sempre superare l'ostacolo mentale che ti fa dire: "ma sì, mi riposo anche a casa ... non ho voglia di preparare le cose da portar via". Perchè a volte basta andar via per una notte per STACCARE davvero e ricaricare le pile. Si è obbligati a NON fare lavatrici, a NON sistemare il casino nelle stanze, a NON accendere il PC e a NON archiviare le bollette ... e tutto questo fa si che ventiquattro ore si dilatino e rigenerino come una breve vacanza.
Però c'è il viaggio.
Lungo o corto che sia, a volte i bambini si annoiano a stare seduti e fermi. Allora utilizziamo piccoli stratagemmi che rendono il viaggio piacevole a noi e a loro.

Cantando e BALLANDO in inglese



Aiutare a far nascere la passione, nei miei figli, per le lingue straniere. E per l’inglese i particolare. Questo è uno dei miei numerosi obiettivi o desideri.
Pensavo di esserne già uscita sconfitta con Cecilia, che proclama solennemente che l’inglese non le piace perché:
  • non se lo ricorda
  • non sa scriverlo
  • (oppure, se sa scriverlo) non sa pronunciarlo.

Invece ieri sera ho vinto una prima partita, e ve la racconto.

Vivere il presente



Tommaso non è più patatone. E’ cresciuto. A volte imita i suoi fratelli e si atteggia come se fosse molto più grande di quello che è: un cachorro de hombre di quattro anni.
Cecilia e Giacomo alternano liti e gelosie sfrenate a momenti di idillio e di giochi fantastici. In quei momenti si chiamano “socio”, si dicono “batti il cinque amico”, e se la intendono con un occhiolino. In questo momento, mentre scrivo, stanno giocando a carte e quando contano i punti a fine partita, quello che ha vinto dice all’altro: “Non preoccuparti, la prossima volta vinci tu. Io ho avuto solo fortuna!”.

La pardula gigante



Se passate dalle parti di Siniscola (provincia di Nuoro), non dimenticate di andare a salutare la signora Graziella Mulargia e di fare il pieno di dolci sardi. 
La Pasticceria Mulargia è presidio Slow Food per la “SaPompia de Siniscola” e produce artigianalmente magnifici dolci tipici. Il mio preferito è la pardula, detta anche casatina, o formaggella.

Siccome la signora Mulargia è troppo lontana da casa mia, quando la voglia di dolce mi assale, inforno quella che io chiamo “la pardula gigante”, che ricorda mooolto vagamente le casatinas sarde. La ricetta è veloce e semplicissima: una delle poche in cui mi cimento volentieri.
Frullare assieme 600 grammi di ricotta con 150 grammi di zucchero, altri 150 di farina, 3 uova intere, 1 bustina di zafferano, scorza di arancio o limone e una bustina di lievito.
Con il composto ottenuto riempite una forma di pasta brisé già fatta (o fatela voi se siete brave) e infornate a 160 gradi per circa 40 minuti.
Ajò, buonissima ;)

Bambini, ditemi le tre cose più belle di questa vacanza



Cecilia:
  1. che ho conosciuto Anna e le sue sorelle (NDR amiche conosciute al campeggio)
  2.  la spiaggetta dove arrivavamo solo col gommone
  3.  la piscina
Giacomo:
  1. che ho mangiato bene
  2. che ho dormito tanto
  3. che ho giocato con il NINTENDO DS di Matteo (fratello di Anna)
Tommaso:
  1.  il gommone
  2. la piscina 
  3. la Giorgia .... E anche Tobia
“Ma Tobia non è venuto con noi in vacanza”
“Ma io lo volevo!”

Cala Domestica




Stamattina abbiamo regalato ai bambini una colazione al bar.



Poi ci siamo spostati di qualche chilometro per raggiungere l’area sosta camper di Cala Domestica.
Arrivando dalla stradina che scende verso l’insenatura si apre uno scorcio mozzafiato: monti a destra e a sinistra, e nel centro una spiaggetta di velluto sulla quale si avventano onde altissime e vento forte. Stanotte si è alzato il maestrale!

Pan di Zucchero




Il Pan di Zucchero è un faraglione che si erge dal mare a poca distanza dalla costa della Sardegna sud-occidentale, nella provincia di Iglesias.
Sembra che si chiami così perche assomiglia molto al Pão de Açúcar, un colle vicino a Rio de Janeiro, in Brasile.

Noi eravamo proprio lì davanti, su una spiaggia bellissima di sabbia fine e bianca, spesso interrotta da roccioni medio-grandi di un materiale nero e lucido che si sgretola facilmente.

Momenti magici di vacanza


RISVEGLIO

Aspettando che mamma e papà preparino la colazione, Tommaso si fa leggere una storia da sua sorella … e anche Giacomo si intrufola e ne approfitta volentieri, così non deve sforzarsi di riconoscere le letterine.

MERENDA IN SPIAGGIA

Vacanze in gommone



Prima vacanza con gommone al seguito. Io non ne ero molto convinta: mi piace spostarmi con poche cose, mentre avere il gommone SOPRA IL CAMPER significa viaggiare carichi di tutta la relativa attrezzatura MOLTO VOLUMINOSA.
Ci siamo detti: proviamo. Se è troppo lavoro, la prossima vacanza lo lasciamo a casa.

Banditi in Ogliastra




Sono arrivati in gommone, come dei pirati, armati di pistole e di fucili, e hanno fatto scappare tutti i bagnanti.
Il pirata Tommaso dice che i nemici lo hanno avvistato dalla torre del castello - costruito da lady Cecil 



… e per questo motivo nemmeno la notte può concedersi sogni tranquilli: sempre all’erta in Ogliastra!  

I coccorocci dell'Ogliastra




Ora vorrei svelarvi un posto bellissimo per le vacanze che non può scontentare nessuno: mare da favola, sentieri per trekking, siti archeologici, grande ospitalità, luoghi naturali da visitare anche senza annoiare i bambini, relax, tranquillità e … pochissima gente! Se ora vi dicessi che ci troviamo in Sardegna pensereste che forse è possibile tutto questo ma non l’ultimo punto, non POCHISSIMA GENTE, che infatti è il motivo per cui fino ad oggi abbiamo evitato le vacanze in quest’isola meravigliosa.

Uscita libera




A volte è complicato, ma VITALE, trovare ogni tanto una serata solo fra donne, per farci due risate, per condividere le fatiche di ogni giorno, per capire che siamo più o meno tutte nella stessa situazione di tetris, per uscire dalla porta di casa sapendo che, per questa sera, non tocca a noi fare i piatti né mettere a letto i pargoli!

Scambini



Gli scambini, quelli istituzionali, li ho importati io nella provincia dalla metropoli milanese. Si sono rivelati subito un successone, a tal punto che nonostante le gravidanze, i bimbi piccoli, e tutti i numerosi impegni diurni e serali miei e di tutte le amiche, si sono sempre fatte, e con successo, almeno due edizioni l’anno (ben distribuite: al cambio armadi estivo e invernale).
In sintesi si tratta di uno scambio di vestiti (ma anche scarpe, borse, regali sbagliati, tazze, trucchi, prodotti per capelli ….).

Si muore quando si è finito di vivere



Alfin in spagnolo significa alla fine ma anche finalmente. Perdita e sollievo nella stessa parola. La morte è anche questo: è quando si è finito di vivere. In Così è la vita di Concita de Gregorio scopro che Alfinlibros è il nome di una casa editrice spagnola che pubblica esclusivamente libri che raccontano il lutto attraverso generi diversissimi, dalle fiabe per bambini ai trattati filosofici.